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Non un soldato Yankee in America Latina e nei Caraibi!

15.03.2007 | Coordinamento Continentale Bolivariano

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Ci associamo dalla Nostra America, nel quadro della campagna “Ne un soldato Yankee nella Nostra America Latina – nei Caraibi e nel Mondo”, alla grande Mobilizzazione Anti-G8 e al dibattito sulle alternative contro al capitalismo. Invitiamo le organizzazioni rivoluzionarie di tutto il continente a partecipare a questo importante processo e a coordinare, proporre ed estendere nei loro territori delle differenti attività previe e per il vertice che si realizzerà a Heiligendamm (Germania) il prossimo anno 2007.
Por la Libertad, la Soberanía y el Bienestar de todos los pueblos oprimidos del Mundo, Unidad y Lucha Revolucionarias

Coordinamento Continentale Bolivariano (CCB)
è Alianza Anti-G8 por una perspectiva revolucionaria

Non un soldato Yankee in America Latina e nei Caraibi! Contro il vertice del G8 – Unità e Lotta Rivoluzionaria

"Unità, Unità, Unità deve essere la Nostra Divisa" Simón Bolívar

Tutti stanno sapendo che il massacro compiuto dai fascisti agli ebrei, a comunisti e dissidenti è stato uno dei peggiori della storia. Nella storia umana sono stati compiuti anche in America dei massacri infami ed il genocidio, che sono stati realizzati con metodi crudeli – i massacri che ha subito America durante il colonialismo. Le consequenze dell'arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo (America) per i popoli naturali od indigeni furono la morte e la scomparsa come cultura. Più di 60 milioni di assassinii, tanti altri resi schiavi, tutti senza eccezione sfruttati e scacciati dai loro territori per due ragioni fondamentali: essere differente dalla cultura colonizzante e vivere sulla terra più ricca conosciuta fino allora.

È importante dirlo, perché questo fatto è fondamentale per lo sviluppo e l’accumulo storico dei nostri popoli nel nuovo continente, che si sono liberati eroicamente da questo giogo recuperando la loro indipendenza. Però non hanno potuto scuotersi di dosso i falchi e gli avvolto chi ordiscono dall’impero piani scaltri e non meno sanguinosi per continuare a saccheggiare l’America approfondendo il processo di ricolonizzazione che persiste da vari decenni.

Effettivamente gli “Stati Uniti ed i loro alleati perseguono una politica di dominazione continentale e dispongono di strumenti per eseguirla: il Comando Sud – forze armate disseminate in basi militari e in operazioni specifiche; il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC), il Piano Puebla Panamá, il Piano Colombia, il Piano Patriota, l’Iniziativa Regionale Andina, il NAFTA, CAFTA –RD, TLCs”.

Haiti è sotto l’intervento delle truppe congiunte di USA, Francia, Spagna, Canada, Uruguay, Argentina, Cile, Brasile e altri paesi sotto la copertura delle Nazioni Unite (MINUSTAH, Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite in Haiti). La frontiera della Repubblica Dominicana con Haiti è praticamente sotto il controllo del Comando Sud del Pentagono. Oggi esistono in tutta l’America Latina basi militari statunitensi: quella di Tres Esquinas in Colombia, Iquitos nel Peru, Manta in Ecuador, Palmerola in Honduras, Comalapa nel Salvador, Reina Beatriz nell’isola di Aruba, Libería in Costa Rica, Guantánamo in Cuba; un campo di sorveglianza di 200 miglia sott’acqua vicino a Vieques in Porto Rico. Tutto questo senza approfondire la questione dell’accesso senza restrizioni di militari nordamericani alle basi militari nazionali come in Colombia e alle presenze militari minori in Antigua, Peru e Bahamas.

Questa situazione ha generato importanti movimenti di resistenza che hanno ritardato l’installazione di tanti altri campi come quello al triangolo frontaliero dove si incontrano Argentina, Brasile e Paraguay o quello di Vieques in Puerto Rico, abbandonato dai gringos dopo un grande movimento popolare.

La ragione ufficiale di questi apparati d’intervento è la lotta contro il traffico di droga e la difesa della democrazia. Nonostante alcuni deputati del congresso nordamericano ammettano che questa impalcatura complessa fu costruita per soffocare ogni movimento sociale, politico ed insurrezionale che possa impedire lo sviluppo dei piani d’espansione dell’economia imperiale transnazionale come per esempio l’Area del Libero Commercio delle Americhe (ALCA).

Una prova robusta di questa affermazione è il Piano Colombia o “piano antinarcotici”; componente militare dell’ALCA e strategia d’appropriazione della regione amazzonica suddivisa fra Brasile, Venezuela, Colombia, Peru ed Ecuador. Creato dal governo di Clinton e implementato dall’anno 2000 dal governo di Pastrana in Colombia.

Con un costo di più di due miliardi di dollari, 70 elicotteri, mille uniforme militari, addestramento, stipulazione di contratti con mercenari e finanziamento di cinque nuovi battaglioni, si raggiunse la professionalizzazione de 52.000 militari per un totale approssimativo di 320.000 persone vincolate a questioni militari di difesa e sicurezza. Militari professionali fra cui si trovano i cosiddetti paramilitari che hanno causato l’espulsione interna di più di tre milioni di persone attraverso a minacce, massacri oscuri, assassinii selettivi e irrorazioni di veleni sulle coltivazioni di alimenti, sulle acque e sulle fattorie.

Le zone occupate dal terrorismo di stato colombiano finanziato dall’impero non sono esattamente le zone di dominio del narcotraffico, anche se dopo le operazioni lo diventano; il capitale transnazionale si sta interessando a queste zone perché contengono petrolio, diversi minerali come carbone e oro, acqua, e perché sono adatte per la monocoltivazione.

Il capitale transnazionale beneficiato da questa crisi umanitaria non è unicamente il capitale statunitense; imprese europee come Repsol, Nestlè, Fenosa, Siemens, Daimler-Benz, MBB, Carl Zeiss, Dornier, Rotexchemie Internacional Handels GmbH, fra le altre, stanno traendo abbastanza vantaggio dall’implemento del fascismo in Colombia, senza contare col loro legame diretto a crimini e gravi situazioni di violazione dei diritti umani in America Latina, come si denunciava e condannava nel Vertice Alternativo a Bruxelles in un Tribunale Popolare.

Queste multinazionali non sono sole, dato che la proiezione della politica dell’Unione Europea in relazione al commercio internazionale sta perseguendo gli interessi delle grandi imprese.

Dall’altro lato il decantato “impegno per la pace” dell’Unione Europea attraverso il finanziamento diretto a certe Organizzazioni non Governative (ONG) costituisce l’altra parte dei piani de dominazione, il cui ruolo è importante; neutralizzando l’opinione di tutti settori sulla situazione politica di ogni paese; minando le lotte popolari e le loro rivendicazioni più sentite con l’acquisto delle coscienze e servendo da distrazione mentre avanza implacabilmente la privatizzazione.

Il G8 non è altro che l’alleanza stretta fra i falchi e gli avvoltoi del mondo, per dare impulso alla marcia del capitalismo, difendendo gli interessi di qualche minoranza macabra che decide la fortuna del pianeta con lo stabilimento di leggi, l’implementazione di guerre, l’espulsione, l’assassinio e la neutralizzazione ideologica di migliaia di persone etc.

Nella Nostra America si sta alzando un’ondata rivoluzionaria che in un lungo susseguirsi di colonizzazioni, liberazioni, eroi senza pari (Zapata, Petion, Tupac Amarú, Bolívar, Artigas, San Martín, la Gaitana, Guicaipuro, Villa, Lame, Caamaño, el Che Guevara, Prestes, Castro, Arenas …) e resistenze continuative, sta cercando, tramite la pratica, delle alternative per la costruzione dell’altro mondo possibile e necessario e con questo la conquista di una definitiva indipendenza.

In contraddizione all’ALCA che obbedisce agli interessi del capitale transnazionale e persegue la liberalizzazione assoluta del commercio di beni e servizi e investimenti, sono state messe in campo nel nostro continente, con il risorgimento delle idee bolivariane, proposte come l’ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe ed i Caraibi), non subordinate a nessun centro egemonico mondiale, proponendo un commercio giusto, un interscambio equilibrato e la soluzione dei problemi delle colossali masse impoverite in America Latina. E nel quadro dell’ALBA si situa la creazione di Petro-América, che è disegnata come una impresa energetica, petroliera e del gas multistatale, integrata fra paesi come Ecuador, Brasile, Peru, Colombia, Bolivia e Venezuela.

Nel mese di luglio 2006, con l’idea di dare il via a queste d altre proposte e necessità come il FHI (Fondo Umanitario Internazionale), il Venezuela si è integrato pubblicamente nel Mercosur (formato anche da Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay) indicando l’imperativo che la nostra storia reclama di dare atto a un processo di unificazione dei popoli della Nostra America.

La attuale Repubblica Bolivariana del Venezuela, riprendendo sotto il comando di Hugo Chávez Frías le bandiere di Simón Bolívar, ha cominciato un processo rivoluzionario sui generis iniziato con la nazionalizzazione del petrolio, la riforma agraria e lo stabilimento di “Missioni” che cercano di migliorare il livello di vita del popolo venezueano; tentando di risolvere problematiche d’importanza vitale come fra l’altro la salute, l’educazione e l’alimentazione.

Chávez ha espresso in molteplici occasioni che il progetto in cui si è imbarcato il Venezuela non può essere se non socialista e ha collocato nuovamente nel dibattito la validità e necessità del socialismo come risposta al fallimento clamoroso del capitalismo di fronte ai grandi problemi dell’umanità. Contemporaneamente al processo rivoluzionario il Venezuela si prepara per l’aggressione che sta preparando diligentemente l’imperialismo yankee, usando e fortificando il fascismo alla testa del narcopresidente paramilitare Álvaro Uribe Vélez (AUV) in Colombia.

La Colombia è stata per tanti anni la protagonista di una resistenza e lotta valorose. Questo paese, essendo ancora la punta di diamante per l’intervento in tutta l’America, può contare su una insurrezione altamente organizzata – fra cui la guerriglia più antica del continente, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo (FARC-EP).

Sotto le bandiere di Bolívar, Marx e Lenin, si è costituito un vero esercito popolare tracciando in occasioni reiterate durante un interessante esercizio di potere per più di 42 anni delle possibilità per superare il conflitto e i problemi come il narcotraffico; un progetto di vera pace con giustizia sociale e partecipazione popolare.

Inoltre fanno parte del contesto latinoamericano che stiamo menzionando e sono un riflesso di questa ondata rivoluzionaria: la svolta dell’elettorato verso la sinistra o il centrosinistra, che evidenzia il ripudio generalizzato del progetto neoliberale; poi la crescita delle forze popolari di sinistra, il risorgimento delle insurrezioni, le manifestazioni multitudinarie, scioperi, proteste, il rafforzamento dei movimenti popolari, i coordinamenti di organizzazioni indigene, afro-discendenti, di donne, sindacali, studentesche, contadine, per i diritti umani; partiti, collettivi, forze, nuclei ecc., sotto idee unificatrici, con l’ idea di fondare un nuovo progetto, creativo, diverso e profondamente democratico.

Coordinamenti che stanno cercando mediante lo stabilimento di punti comuni il superamento di vecchie liti, il riconoscimento dell’importanza di tutte e ciascuna delle forme di lotta e del contributo che possono dare tutte e ciascuna delle forme organizzative che avanzano nella conquista degli interessi popolari.

Effettivamente l’unità costituisce l’aspetto fondamentale di quello che sta nascendo oggi in America: è l’eredità che proviene da Bolívar e altri pensatori ed eroi Liberatori; è l’eredità che proviene dalla forte componente indigena e dal forte vincolo con la vita e con la terra; è l’eredità che proviene dai grandi pensatori dell’umanità come Marx che chiamò all’unità degli oppressi del mondo. È l’unica alternativa strategica possibile in virtù della solidarietà, della sovranità e del benessere di tutti i nostri popoli.

A lei, all’unità di questo grande movimento internazionale ci stiamo appellando oggi per espellere l’imperialismo, la miseria e la morte offerte come futuro dal capitalismo i cui rappresentanti più fedeli si incontreranno sotto il pretesto retorico dello sviluppo dell’umanità in questo vertice del G8.

Ci associamo dalla Nostra America, nel quadro della campagna “Ne un soldato Yankee nella Nostra America Latina – nei Caraibi e nel Mondo”, alla grande Mobilizzazione Anti-G8 e al dibattito sulle alternative contro al capitalismo. Invitiamo le organizzazioni rivoluzionarie di tutto il continente a partecipare a questo importante processo e a coordinare, proporre ed estendere nei loro territori delle differenti attività previe e per il vertice che si realizzerà a Heiligendamm (Germania) il prossimo anno 2007.

Per la Libertà, la Sovranità e il Benessere di tutti i popoli oppressi del Mondo, Unità e Lotta Rivoluzionaria

Comitato Esecutivo
Coordinamento Continentale Bolivariano (CCB)


...perché ci incontriamo tutte e tutti in Bolívar.

Más Informaciones: www.nuevacolombia.de


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